Plastipol nasce nel 1976 da un’idea di Giorgio Malaspina. Un’idea ambiziosa e unica nel suo genere, maturata quando ancora tutte le plastiche venivano smaltite in discarica. Malaspina sviluppa un processo di recupero partendo da scarti e rifiuti plastici per fronteggiare la crisi petrolifera causa di un aumento esponenziale dei costi della materia prima. Plastipol ha un sistema brevettato ad alta tecnologia brevettato di riciclaggio meccanico del polietilene, che permette di produrre granulo rigenerato partendo da materiale da riciclo post-consumo.
Nel 1980 l’azienda inizia la raccolta, la selezione ed il lavaggio di plastiche derivanti da raccolta differenziata, in particolare LDPE.
Ad oggi, l’azienda riceve rifiuti plastici da raccolta differenziata post consumo dalla divisione Recycling del Gruppo ReLife. Può avviare al recupero oltre 16 mila tonnellate l’anno di rifiuti, trasformandoli in Materia Prima Seconda.
Tramite un particolare processo, la plastica da post consumo proveniente da Plastipol viene lavata triturata e trasformata in nuova materia ed avviata alla produzione di sacchi per la nettezza urbana.
Plastipol è riconosciuto come leader europeo per l’eccellenza tecnica nel riciclo delle plastiche post-consumo. È possibile filmare in purezza granulo post-consumo a spessori molto bassi (fino a 15 micron) con caratteristiche tecniche molto performanti.
Nel 1965 Umberto Malaspina apre a Ovada (AL) Plastipoliver. La sua idea è effettuare attività di estrusione, saldatura e confezionamento di film in polietilene per la produzione di sacchi per la nettezza urbana, per alimenti e film barrierati ad alta tecnologia. L’obiettivo, servire i piccoli esercizi commerciali che distribuivano biscotti nella Regione Piemonte e favorire una migliore conservazione e protezione per alimenti.
Oggi, gli impianti lavorano oltre 15mila tonnellate di granulo (tra vergine e riciclato) che arrivano a superare i 2,5 miliardi di sacchi venduti a consumatore finale, rispettando in pieno le direttrici di verticalizzazione (tutta la materia prima riciclata è fornita da Plastipol) e sostenibilità, con emissioni di CO2 inferiore al 50% rispetto ai processi di solo vergine e con alta circolarità di prodotto finito in quanto costituito da alte percentuali di granulo riciclato proveniente da post-consumo.
Plastipoliver lavora su tre turni con 14 differenti estrusori da monostrato a sette strati per realizzare circa 800 diversi prodotti, dal sacchetto alimentare per conservare i cibi refrigerati ad applicazioni non alimentari, quali custodie per indumenti e sacchi per la raccolta dei rifiuti.
La leadership
Plastipoliver, gestita da Simona e Alberto Malaspina, nipoti del fondatore Umberto, ed è leader sul mercato nella produzione di sacchi per la nettezza urbana commercializzati nella GDO italiana, e nelle municipalizzate europee con particolare interesse alla Francia, dove l’azienda gode dal 1988 della prestigiosa certificazione di prodotto per sacchi nettezza certificati NF UNI EN 13592. L’azienda produce anche sacchi per il confezionamento dei cibi ed ha ottenuto le certificazioni ISO 9001 e UNI 15593 sull’igiene degli imballaggi alimentari.
Un processo finalizzato a rendere sempre più organica la struttura operativa di ReLife in vista del raggiungimento degli obiettivi.
Il Gruppo si presenta sul mercato come produttore di imballaggi sostenibili, provenienti dalla raccolta e dalla trasformazione di rifiuti valorizzabili. Un player che si pone obiettivi importanti, quali l’abbattimento delle emissioni di CO2, garantire la massima sostenibilità dei propri prodotti, moltiplicare il valore per i clienti, che sono al tempo stesso fornitori, ma soprattutto partner di questo modo di fare economia circolare.
Siamo particolarmente orgogliosi di questa svolta”, dichiara l’Amministratore Delegato, Alberto Malaspina. Questo cambio di nome significa entrare nel futuro e al tempo stesso compiere un passo nel solco tracciato da papà Umberto, un vero pioniere. Ebbe lui l’intuizione di produrre plastica rigenerata ai tempi della crisi petrolifera degli anni ’70. Guardare avanti è un’attitudine di famiglia.”
ReLife è leader sul territorio nazionale per la gestione dell’intero processo di valorizzazione delle raccolte differenziate: dalla raccolta al recupero dei rifiuti solidi urbani e industriali, dal monitoraggio puntuale del tasso di riciclo alla vendita finale di prodotti.
Nel sistema ReLife il Cliente è al centro: da fornitore di scarti di produzione recuperabili diventa, al completamento del ciclo di raccolta e trasformazione negli impianti del Gruppo, il destinatario di prodotti e packaging ecosostenibili.
Il modello di crescita inclusivo di ReLife, unico in Italia e in Europa, è basato sulla condivisione dei principi dell’economia circolare e sulla sinergia con le aziende che progettano e producono beni di consumo in vista di un loro nuovo utilizzo. L’economia circolare è per ReLife un modo di pensare, di vivere, di fare impresa moderno, coerente ed integrato nella catena del valore.
L’integrazione delle unità produttive
ReLife realizza l’integrazione industriale attraverso il network di impianti delle 4 unità produttive Recyling, Paper Mill, Paper Packaging e Plastic Packaging, dove si procede alla selezione, lavorazione materiali da avviare a riciclo e la loro trasformazione in nuovi beni di consumo.
Le attività del Gruppo ReLife sono diversificate per il recupero di quasi 1.000.000 di tonnellate all’anno di rifiuti solidi urbani e speciali non pericolosi, costituiti per lo più da carta e cartone, plastiche e polimeri poliaccoppiati, cartoni per bevande, alluminio, rottami ferrosi e non, vetro, legno e altri materiali (biomasse, RAEE e rifiuti ingombranti, rifiuti edili).
La divisione Plastic Packaging di ReLife fattura circa 37 milioni di euro, lavora a 3 turni e ciclo continuo, e opera in un’area complessiva pari a 33.000 mq coperti a Tagliolo e Silvano d’Orba (AL). L’organico è formato da circa 150 dipendenti, con oltre il 40% di personale femminile.
La visione per il futuro produttivo di ReLife Plastic Packaging è quella di garantire bassi spessori e alta percentuale di riciclo post consumo. In particolare, sul tema essenziale degli imballaggi secondari e terziari, la divisione è in grado di garantire ai propri Clienti la fornitura di film stretch avvolgibile (ad es. per pallet) con il 60% di post consumo.
Nel 2018 ReLife Plastic Packaging, grazie al riciclo, ha risparmiato quantità di CO2 pari alle emissioni di 12.000 viaggi in aereo Roma-New York per passeggero.
Nel 2018 la quantità di film riciclato da ReLife Plastic Packaging avrebbe potuto ricoprire: